Polifemo e i faraglioni di Acitrezza
Nel IX libro dell’Odissea, Omero narra l’incontro di Ulisse con il ciclope Polifemo.
Dopo varie peripezie, infatti, la nave di Odisseo e dei suoi compagni approda nella terra dei ciclopi. In questo luogo incontrano Polifemo, che li imprigiona in una grotta.
L’astuto viaggiatore, però, riesce ad ingannarlo, offrendogli del vino per farlo ubriacare. In seguito, mentre il gigante dorme, lo acceca con un bastone infuocato.
Polifemo si sveglia infuriato e tenta di uccidere i suoi prigionieri, mentre loro si nascondono sotto la pancia delle pecore.
Con questo stratagemma, Ulisse e alcuni dei suoi compagni riescono ad uscire dalla grotta e a raggiungere la loro nave; altri, invece, vengono uccisi dalla violenza del ciclope.
Polifemo e i faraglioni di Acitrezza
Il mito racconta che Polifemo lancia dei macigni in mare per fermarli, ma i prigionieri riescono a portarsi in salvo.
Da questa vicenda narrata nell’Odissea avrebbe avuto origine la leggenda dei faraglioni di Acitrezza, in provincia di Catania.
Infatti, secondo il racconto mitologico, l’isola di Lachea e i tre maestosi scogli presenti sulla costa catanese, sarebbero i massi lanciati dal ciclope Polifemo contro Ulisse e il suo equipaggio.
La leggenda del fiume Aci
Esiste anche un’altra leggenda che collega la figura di Polifemo a questo luogo.
Si racconta, infatti, che il ciclope fosse innamorato della ninfa Galatea, la quale non ricambiava il suo amore perchè amava il pastore Aci.
Un giorno Polifemo vide l’amata tra le braccia del suo rivale e, accecato dall’ira, uccise il giovane con uno scoglio.
Galatea, cercò di salvarlo in ogni modo, fino a quando decise di trasformare il sangue del suo amato in un fiume.
Secondo la leggenda, dal nome di Aci deriva la denominazione delle città attraversate da questo corso d’acqua (Acireale, Acicastello, Acitrezza e così via).
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