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Le Perseidi e le lacrime di San Lorenzo

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Le Perseidi e le lacrime di San Lorenzo

Le Perseidi sono uno sciame di meteore, generalmente visibile nei giorni dal 9 all’11 agosto.

La loro denominazione deriva dal latino scientifico Perseides e si riferisce alla posizione del loro radiante nella costellazione del Perseo.

Le prime osservazioni delle Perseidi furono compiute da astronomi cinesi nel 36 d.C..

Tuttavia, la scoperta più importante avvenne nel 1886, quando l’astronomo italiano Giovanni Virginio Schiaparelli riuscì ad associare il fenomeno delle stelle cadenti al transito delle comete vicino al Sole .

Egli osservò, infatti, che la pioggia delle Perseidi è collegata al passaggio al perielio della cometa 109P/Swift-Tuttle che, avvicinandosi al sole, perde grande quantità di materiale, originando lo sciame.

Grazie a questa scoperta, si comprese che la maggiore visibilità di meteore in un dato periodo dell’anno è dovuta al fatto che la Terra, percorrendo la propria orbita, attraversa la nube di detriti abbandonati dal corpo celeste.

L’ultimo passaggio della cometa Swift/Tuttle al perielio ebbe luogo nel 1992 e si stima che il prossimo avverrà nel 2126.

Di conseguenza, le stelle cadenti che si ammirano attualmente nel cielo di agosto sono i frammenti che la cometa ha lasciato dietro di sé, durante i precedenti passaggi vicino al sole.

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Le Perseidi e le lacrime di San Lorenzo

La tradizione popolare associa il fenomeno delle stelle cadenti alle “lacrime di San Lorenzo”, martire cristiano ucciso nella notte del 10 agosto del 258 d.c..

San Lorenzo fu un diacono della chiesa romana, che subì il martirio per aver difeso la fede cristiana ed essersi opposto all’imperatore Valeriano.

La festa di San Lorenzo si celebra il 10 agosto, giorno dell’anniversario della sua morte.

La notte di San Lorenzo è descritta anche nella Poesia 10 agosto di Giovanni Pascoli, composta in memoria del padre Ruggero, assassinato nel 1867.

In questo componimento, il poeta invoca il santo martire e crea un parallelismo tra le stelle cadenti e il pianto del cielo, che inonda con le sue lacrime il mondo dominato dal male.

San Lorenzo, Io lo so perché tanto
di stelle per l’aria tranquilla
arde e cade, perché sì gran pianto
nel concavo cielo sfavilla.

[…]

E tu, Cielo, dall’alto dei mondi
sereni, infinito, immortale,
oh! d’un pianto di stelle lo inondi
quest’atomo opaco del Male!

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