La vita della plastica
La plastica è un materiale che deriva dal petrolio e non è biodegradabile.
Essa fu inventata nel 1954 dall’ingegnere chimico Giulio Natta, che ricevette il Premio Nobel per la chimica nel 1963.
Da quel momento la plastica ebbe una larga diffusione, soprattutto per la sua resistenza e versatilità di utilizzo.
Attualmente, si stima che ogni italiano produce in media 34 kg di rifiuti di plastica all’anno. Purtroppo, solo il 20% si ricicla e il resto finisce come rifiuto a terra e in acqua.
La vita della plastica abbandonata
Un oggetto di plastica abbandonato non si decompone, ma si frammenta in pezzettini sempre più piccoli, definiti micro/nano plastiche.
Questi piccoli frammenti si comportano come microspugne, che assorbono gli agenti chimici presenti nell’acqua. Inoltre, essi finiscono nella catena alimentare dei pesci che arrivano sulle nostre tavole.
Si calcola che ogni anno 8 milioni di tonnellate di plastica finiscono in mare. Infatti, essa costituisce il principale tipo di rifiuto che si trova sulle spiagge e sui fondali.
In tempi recenti, sono state scoperte delle vere e proprie “isole” formate da accumuli di rifiuti, soprattutto di materiale plastico.
La più grande è l’isola di plastica scoperta nell’Oceano Pacifico, conosciuta come la Great Pacific Garbage Patch.
In futuro aumenteranno i rifiuti di plastica
Purtroppo, ciò contribuirà a peggiorare l’inquinamento dei mari e del suolo, con gravi conseguenze per il nostro Pianeta.
Per questo motivo, l’Unione Europea si è prefissata degli obiettivi da conseguire nel più breve tempo possibile. Ad esempio, la limitazione dei prodotti in plastica, che saranno sostituiti da materiali riciclabili come la carta o l’acciaio.
In conclusione, è importante che ognuno di noi fornisca un piccolo contributo per la salvaguardia del nostro Pianeta, adottando un comportamento consapevole e responsabile.
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