La religione nella preistoria
Nell’epoca preistorica, la vita dell’uomo primitivo si svolgeva a contatto con la natura. Era una vita molto faticosa, perché l’ambiente a volte era ostile. Gli animali feroci attaccavano l’uomo e le grandi forze della natura potevano dimostrarsi alleate, ma anche nemiche.
Gli uomini primitivi pensarono che i fenomeni naturali potessero fornire le risposte ai loro dubbi esistenziali. Fu così che queste forze impetuose ma anche benevole, furono viste come divinità da adorare.
La religione nella preistoria era caratterizzata da vari riti
La religione nella preistoria era caratterizzata da una serie di riti, il cui obiettivo era ottenere l’aiuto delle forze della natura.
I maggiori riti erano:
Il rito della caccia: Prima di partecipare ad una battuta di caccia, si partecipava ad una cerimonia sacra, in cui si disegnava un animale sulla roccia. In seguito ad un rito particolare, si simulava la battuta di caccia, colpendo l’immagine dell’animale con le lance. Attraverso questo rito, si intendeva colpire lo spirito vitale dell’animale per indebolirlo, in modo da rendere più facile la sua cattura durante la caccia.
Il rito dell’iniziazione. Per entrare nella vita adulta, i ragazzi dovevano superare alcune prove che dimostrassero il loro coraggio. Ad esempio, dovevano trascorre la notte in una foresta, per poi cercare la strada del ritorno, orientandosi in maniera autonoma. Dopo aver superato la prova, il ragazzo si considerava adulto e poteva essere introdotto nella comunità. Successivamente, poteva sposarsi e svolgere determinati ruoli sociali.
Per quanto riguarda i luoghi di culto, le caverne furono i primi templi, in cui gli uomini primitivi celebrarono i loro riti.
Col trascorrere del tempo, si crearono altri luoghi sacri, tra cui le sorgenti e i corsi d’acqua, ma anche i dolmen e i menhir.
Questi ultimi erano dei monumenti religiosi, di cui sono rimaste numerose testimonianze archeologiche.

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