Il Carnevale di Oruro
La festa del Carnevale ha origini antichissime e presenta molti aspetti in comune con le celebrazioni romane dei Lupercalia e con le feste greche dedicate a Dionisio.
Nella città di Oruro, in Bolivia, si festeggia un Carnevale molto antico e originale, che risale ad un periodo preispanico.
Esso si caratterizza per la mescolanza di elementi pagani e cristiani.
Ciò accade perchè, in tempi remoti, nella città di Oruro si organizzavano dei festeggiamenti in onore del dio Ito.
Quando i dominatori spagnoli giunsero in Bolivia, abolirono questa celebrazione considerata pagana, ma successivamente la trasformarono in una festa cristiana, che precede il periodo della Pasqua.
Il Carnevale di Oruro
La celebrazione del Carnevale inizia il giovedì grasso e termina il martedì successivo.
Durante i festeggiamenti si ringrazia la Madre Terra, chiamata Pachamama, per l’abbondanza del raccolto.
Inoltre, si mettono in scena una serie di rappresentazioni religiose, dedicate alla Virgen del Socavón o Virgen de la Candelaria, considerata la protettrice delle miniere.
Secondo la leggenda, nel 1789 la Vergine fece una miracolosa apparizione nella miniera dell’argento e, da quel momento, i minatori del luogo decisero di riconoscerla come la loro protettrice.
Da quel giorno, inoltre, iniziarono a mettere in scena delle danze in maschera, per allontanare l’ira del “Tío de la mina”.
Da questa tradizione trae origine la “Diablada”, che rappresenta il momento più importante del Carnevale di Oruro.
La coreografia della “Diablada” simboleggia la lotta tra il bene e il male e la sconfitta dei sette peccati capitali.
La battaglia si conclude con l’intervento della Virgen del Socavón, che prevale sulla moglie del diavolo, simbolo della malvagità e della lussuria.
Il 18 maggio 2001 l’UNESCO dichiarò il Carnevale di Oruro “Patrimonio orale e immateriale dell’umanità“.
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