La pandemia nel mito omerico
Dalle origini della letteratura fino ai giorni nostri, è molto frequente il tema delle pandemie e pestilenze nei testi letterari.
Una terribile epidemia appare addirittura all’inizio dell’Iliade di Omero, considerata la prima opera letteraria della cultura occidentale.
Nell’Iliade gli eventi sono condizionati dalla volontà delle divinità. Esse agiscono secondo sentimenti e passioni umane, e si schierano a favore o contro alcuni eroi.
L’inizio della pandemia nel mito omerico
All’inizio del canto I del poema, si narra che i Greci assediano, senza successo, la città di Troia da nove anni. Nel loro campo cresce la tensione, che esplode quando Agamennone, il capo della spedizione greca, offende un sacerdote troiano del dio Apollo. A questo punto, il dio si vendica e scatena una spaventosa ondata di peste (“un morbo maligno”) nell’esercito greco.
Da questo episodio ha origine l’ira di Achille, il protagonista del poema, che si rifiuta di combattere perché ritiene Agamennone colpevole della sventura. Con il suo comportamento, Achille priva l’esercito greco di un valoroso aiuto, contribuendo a favorire la vittoria dei Troiani.
Quando il guerriero troiano Ettore ucciderà Patroclo, il migliore amico di Achille, l’eroe greco tornerà in battaglia per vendicarsi ferocemente dei nemici.
Canta Musa, l’ira di Achille Pelide, l’ira sciagurata che lutti innumerevoli impose agli Achei, precipitando alla casa dei morti molte anime forti di eroi e facendo dei loro corpi la preda di cani, il banchetto di rapaci: si attuava il piano di Zeus da quando, scontratisi, si separarono l’Attrice, capo di genti, e Achille divino. Quale dio li spinse a scendere in lotta? IL figlio di Latone e di Zeus, che, sdegnatosi con il comandante supremo, seminò fra i soldati un morbo maligno e la gente moriva dopo che il figlio di Atreo offese Crise, il sacerdote ( di Apollo).
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