La campana di Cristo Re simbolo dell’antiguerra
Attraversando lo Stretto di Messina, lo sguardo cade inevitabilmente su un maestoso monumento che, dall’alto di un promontorio, sovrasta l’intera città.
Mi sto riferendo al Sacrario di Cristo Re, un edificio religioso costruito nel 1937 sulle rovine di una fortificazione medievale, conosciuta come “Rocca Guelfonia” o “Castello Matagriffone“.
Probabilmente, ai tempi dei Greci e dei Romani, questo luogo costituì l’acropoli della città. Successivamente, durante la dominazione normanna e aragonese, il castello divenne il Palazzo Reale.
Alcune fonti storiche attestano che nel 1191 la piazzaforte ospitò il re Riccardo “Cuor di Leone”. Si narra, infatti, che il sovrano inglese giunse nella città di Messina con il suo esercito, prima di dirigersi in Terrasanta per partecipare alla Terza Crociata.
Il devastante terremoto del 1908 distrusse l’antica roccaforte e, dopo la sua ricostruzione, nel 1937 divenne un sepolcro monumentale dedicato ai caduti in guerra.
Attualmente, il Sacrario di Cristo Re ospita i resti di 110 combattenti della Prima Guerra Mondiale e 1288 caduti nella Seconda Guerra Mondiale, di cui 161 sono rimasti senza identità.
La campana di Cristo Re simbolo dell’antiguerra
All’esterno del tempio si trova una grande campana, alta 2,80 metri, che nel 1935 fu collocata sulla torre medievale di forma ottagonale del vecchio castello.
Ogni sera al tramonto, i suoi rintocchi commemorano l’eroismo delle vittime dei due conflitti mondiali.
La campana di Cristo Re si considera l’emblema contro la guerra, poiché è stata realizzata con 130 quintali di bronzo fuso, ricavato dalla distruzione di alcuni cannoni della Prima Guerra Mondiale.
Sulla sua superficie, è inciso un messaggio in onore dei combattenti che persero la loro vita per salvare la Patria.
La campana del Sacrario Cristo Re è un monumento commemorativo, che condanna gli orrori della guerra ed elogia il coraggio delle vittime dei conflitti bellici.
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