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Dal Sale al Salario

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Dal Sale al Salario

Il sale è stato sempre un bene prezioso.

Fin dall’antichità fu un prodotto molto ricercato, perché si utilizzava per la conservazione dei cibi.

Il sale ebbe un valore notevole già nella civiltà dei Maya. Ciò è stato confermato dal ritrovamento di alcuni utensili da cucina, che servivano a lavorare la carne o il pesce, prima di sottoporli a salagione.

Attualmente, grazie alla tecnologia, il sale può essere estratto dall’acqua di mare (sale marino), ma anche da un minerale chiamato salgemma (o halite).

Nel primo caso, il sale si produce nelle saline, facendo evaporare l’acqua del mare in apposite vasche.

Nel secondo, si estrae nei giacimenti minerari di salgemma.

Dal sale al salario

Nei tempi antichi non si conoscevano i metodi per estrarre il sale in modo facile. Per questo motivo, era un prodotto raro e difficile da reperire.

La sua importanza e la sua scarsità gli fecero raggiungere la dignità di una moneta, al punto da essere definito “oro bianco”.

Il sale raggiunse un alto valore economico in molte civiltà antiche e divenne un bene di scambio tra i vari popoli.

Dal sale al salario

Nell’antica Roma questo prodotto era usato come una vera e propria moneta. I soldati romani, infatti, ricevevano dei sacchi di sale come compenso lavorativo.

Tale abitudine si diffuse in altri ambiti e diede vita al termine salario, che deriva dal latino salarium = “attinente al sale”.

Con il tempo, il sale perse la sua funzione di compenso da lavoro e, al suo posto, si impiegò il denaro. Tuttavia, nella lingua italiana si continuò ad utilizzare questo vocabolo.

Nell’attualità, il termine Salario indica il compenso dei lavoratori dipendenti di tipo operaio. Contemporaneamente, esso è stato affiancato dal vocabolo Stipendio, che si riferisce alla retribuzione degli impiegati o dei funzionari.

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