Cassiopea: dal mare alle stelle
Nella lingua italiana, il nome Cassiopea si riferisce ad un tipo di medusa grande e colorata, ma anche ad una costellazione dell’emisfero boreale.
Nel primo caso, si tratta di una particolare specie di medusa, particolarmente diffusa nel Mar Mediterraneo, che presenta una forma circolare ed è costituita da un disco frastagliato di colore giallo/verde.
Su di esso vivono in simbiosi alcune alghe unicellulari, che hanno la funzione di assorbire il diossido di carbonio e di restituire nutrienti all’animale.
Sulla parte inferiore del disco sono attaccati numerosi tentacoli, molto corti e distribuiti in maniera omogena, sotto cui si rifugiano piccoli pesci per nutrirsi e per sfuggire ai predatori più grandi.
La Cassiopea vive sui fondali con i tentacoli rivolti verso la luce solare, in modo da favorire il processo di fotosintesi delle alghe che ospita.
La salvaguardia di questa specie è fondamentale per garantire l’equilibrio dell’ecosistema marino.
Cassiopea: dal mare alle stelle
In astronomia, Cassiopea è una costellazione dell’emisfero boreale, costituita da un gruppo di stelle situate in posizione opposta all’Orsa Maggiore rispetto al Polo Nord celeste.
Gli antichi Greci attribuivano la sua origine ad una figura mitologica femminile, superba e altezzosa.
Il suo nome era appunto Cassiopea (dal greco antico Κασσιόπεια), moglie di Cefeo, re di Etiopia, e madre di Andromeda.
Nel racconto mitologico si narra che Cassiopea era una regina molto vanitosa, che si considerava addirittura più bella delle Nereidi.
La presunzione della donna causò il disappunto di Anfitrite, che chiese al marito Poseidone di punirla.
Per non deludere le aspettative della moglie, il dio del mare ordinò ad un mostro marino di imprigionare Andromeda, l’unica figlia di Cassiopea.
A salvare la fanciulla ci pensò Perseo, che rimase incantato dalla sua bellezza ed uccise il feroce mostro, in cambio del suo amore.
Alla fine, Poseidone inflisse una punizione eterna a Cassiopea, trasformandola in una costellazione.
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