Nella lingua italiana, si ricorre alla frase idiomatica “Cadere tra le braccia di Morfeo” per indicare l’atto di addormentarsi o di sognare.
In senso metaforico, la locuzione assume il significato di addormentarsi in modo tranquillo e profondo, quasi sentendosi protetti dalle braccia di qualcuno che ci culla dolcemente.
A questo punto, è naturale chiedersi da dove derivi l’espressione? E, soprattutto, chi è Morfeo?
Cadere tra le braccia di Morfeo
La frase idiomatica deriva dal mito di Morfeo, la divinità del sogno descritto nella mitologia greca.
Il giovane è figlio di Ipno (il dio del sonno) e di Nyx (la dea della notte) ed è rappresentato come un personaggio alato, che appare nei sogni in forme umane. Infatti, in greco il suo nome (Μορϕεύς) significa proprio “forma”.
Secondo il racconto mitologico, il dio del sogno ha il potere di entrare nella mente di chi dorme, con il battito leggero delle sue ali, e di assumere la forma delle persone sognate.
L’antagonista di Morfeo è incarnato da suo fratello Fobetore, descritto come portatore di incubi, che appare nel sonno sotto forma di animali spaventosi.
Nella mitologia greca, esiste un’altra personificazione del sogno, considerato un movimento dell’animo affascinante e misterioso.
Si tratta di Oniro (in greco Ονειροςed = “sogno”), un messaggero mandato da Zeus sulla Terra, che possiede un corno per versare i sogni nella mente degli esseri umani.
Egli indossa una veste bianca nelle ore diurne; al contrario, si veste con un abito nero, che simboleggia l’oscurità notturna, se la consegna dei sogni avviene nelle ore serali o di notte.
Nella lingua parlata, l’espressione “cadere tra le braccia di Morfeo” è spesso sostituita dalla frase “Cadere nel mondo dei sogni”, che ha lo stesso valore semantico.
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