In Italiano, la frase idiomatica “avere la coda di paglia” si utilizza soprattutto nella lingua parlata. Si tratta di un modo di dire che significa sentirsi in colpa e temere le allusioni degli altri, perchè non si ha la coscienza pulita.
Secondo alcune fonti, la locuzione trae origine da una favola dello scrittore greco Esopo.
Egli scrisse circa cinquecento favole, tra cui il racconto della volpe con la coda tagliata.
Si narra che una volpe, mentre andava in giro nel bosco, cadde in una trappola tesa dai cacciatori. Riuscì a scappare, ma la sua coda rimase incastrata nella tagliola.
La povera volpe si disperò perchè si sentiva diversa dalle altre. Per risolvere il problema, cercò di convincere le sue amiche a tagliarsi la coda per diventare come lei. Naturalmente, le altre volpi capirono l’inganno e non accettarono il suggerimento.
A questo punto, bisogna notare che favola di Esopo, ripresa successivamente dallo scrittore latino Fedro, non fa riferimento a nessuna coda di paglia.
Il racconto si conclude, infatti, con la morale che non bisogna mai fidarsi dei consigli altrui, che mirano ad ottenere un tornaconto personale.
“Avere la coda di paglia”
Esiste un’altra teoria che spiegherebbe l’origine di questo modo di dire. Essa fa riferimento ad una pratica medievale che aveva l’obiettivo di umiliare i condannati, facendoli sfilare per le vie della città con una coda di paglia attaccata al sedere. In questo modo, si palesava la loro colpa e venivano presi in giro pubblicamente, aumentando l’umiliazione e la vergogna.
Probabilmente, chi ha “la coda di paglia” prova le stesse emozioni, perchè è consapevole del proprio errore, si vergogna e teme che gli altri possano scoprirlo.
Questa forma idiomatica è presente anche in altre lingue, tra cui in spagnolo (tener una cola de paja), in francese (avoir une queue de paille), in inglese (have a straw tail) e così via.
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